Jacopo de' Barbari e la veduta di Venezia del 1500

Assai scarse sono le notizie su Jacopo de' Barbari (vedi il regesto pubblicato da T. Pignatti), pittore e incisore di probabile origine veneziana vissuto fra il 1450 circa (secondo altri 1470 circa) e gli anni 1512-1516. I pochi documenti pervenuti attestano i suoi frequenti contatti con le corti del nord Europa, dalle quali ricevette numerosi incarichi e commissioni. Fu così a Norimberga, Augusta, Wittenberg, Heidelberg, Francoforte sull'Oder, a Bruxelles, Anversa e Malines, dove forse morì.

Autoritratto
Autoritratto (?) del de' Barbari, particolare della veduta di Venezia, 1500

Fu tuttavia a Venezia che egli incontrò Albrecht Dürer, nel 1495, e ancora a Venezia egli avviò la sua collaborazione con il ricco mercante tedesco Anton Kolb, il quale nel 1500 pubblicò la celebre veduta a volo d'uccello.

Il caduceo
Il simbolo del caduceo nell'Allegoria del caduceo


Mercurio
Particolare della veduta di Venezia con Mercurio che tiene il caduceo
L'attribuzione di quest'ultima è stata lungamente dibattuta, prima che si giungesse all'accettazione pressoché unanime del nome di Jacopo quale suo autore, e dopo che con quella stessa di Jacopo è stata identificata l'opera dell'artista già conosciuto con il nome di Maestro del Caduceo - dal simbolo del caduceo che compare in numerose incisioni del Maestro e che è impugnato anche da Mercurio nella veduta di Venezia.

Il de' Barbari è anche autore di alcuni dipinti, il più noto dei quali è senza dubbio il ritratto di Luca Pacioli conservato nel Museo di Capodimonte a Napoli www.

Ritratto
Jacopo de' Barbari, Ritratto di Luca Pacioli
Anche per quel che riguarda la veduta, le circostanze della sua composizione, il modo nel quale fu eseguita, le persone che parteciparono alla sua realizzazione, il suo destino editoriale, la sua diffusione e la fortuna che poté incontrare presso i contemporanei, le notizie sono assai scarse; anzi, l'impegno profuso nella sua realizzazione da un lato, la splendida riuscita artistica dall'altro, e infine l'imponenza dell'opera quale documento di eccezionale densità informativa, sono elementi che rendono assai difficilmente comprensibile la scarsità di documenti e testimonianze sulla veduta e su coloro che contribuirono a realizzarla.

Le notizie principali provengono dal testo della delibera con la quale il Consiglio, in data 30 ottobre 1500, accoglieva la supplica presentata dall'editore Kolb (vedi il documento conservato all'Archivio di Stato di Venezia) affinché gli fosse concessa l'esenzione dal pagamento del dazio per la commercializzazione della veduta all'interno dei confini della Signoria ("In tuti i luogi et da tute terre v[est]re portar, trar et vender possa"), e da una nota contenuta nei Diari del Sanudo.

La supplica
Supplica di Anton Kolb, testo della delibera del Consiglio