La guerra di Candia durata 24 anni, dal 1645 al 1669, presenta notevoli
differenze con quella del 1570-73 (guerra contro i Turchi). In quest'ultima si
era verificato uno scontro epocale di imperi e civiltà nel pieno della
loro forza: Venezia, in termini politici e militari, fu infatti la prima
potenza cristiana attiva in Levante. La guerra di Candia che inizia nel 1644,
è invece situata in Mediterraneo che ha ormai perduto la secolare
centralità: gli interessi delle potenze continentali sono ora spostati
verso l'Atlantico e l'Europa del Nord e la potenza navale dei veneziani e degli
spagnoli è stata fortemente diminuita dagli attacchi corsari.
Dopo il 1640, quando si resero ormai evidenti le mire turche su Candia, Venezia
mobilitò una flotta formidabile, cui si aggiunsero navi di Malta, degli
stati pontifici, di Napoli e della Toscana. Nel 1645 la flotta cristiana
raggiungeva un totale di 60-70 galere , 4 galeazze e circa 36
galeoni . Nel corso dei ventiquattro anni di guerra i veneziani furono
generalmente all'offensiva, ottenendo spesso vittorie clamorose: nell'Egeo
centrale nel 1651 e nei Dardanelli nel 1655 e 1656. I venti del nord e la
forte corrente del Mar Nero, assieme alla capacità dei Turchi di
organizzare dei convogli di rinforzi da Chio , Rodi, Alessandria e
Malvasia impedirono di fatto la realizzazione di un blocco permanente
dei Dardanelli . Nel 1666 il tentativo di occupare la base turca di Canea
non ebbe successo.
Nell'ultima fase della guerra -- primavera 1667 -- il gran visir Achmed Koprolu
assunse il comando delle operazioni contro Candia . Gli si opponeva il
capitano generale da mar Francesco Morosini che aveva raggiunto a soli 28
anni il più alto titolo militare dopo aver attraversato con grande
rapidità tutti i gradi della carriera nella milizia marittima -- da
Sopracomito a Capitano al golfo .
Il 22 maggio ebbe inizio un assedio destinato a durare 28 mesi. Negli assalti e
nelle sortite che si susseguirono perdettero la vita 108.000 turchi e 29.088
cristiani. Tra questi si possono contare 280 patrizi veneziani, una cifra che
è pari circa ad un quarto del Maggior Consiglio .
C'è da chiedersi perché il 6 settembre 1669 Francesco Morosini
abbia trattato la pace con il Turco, senza chiedere l'autorizzazione al Senato e senza che la congiuntura bellica e la situazione
internazionale potessero far presagire un simile esito, ed anzi indicassero un
certo favore per le sorti della Repubblica.
La trattativa per la pacifica cessione di Candia ai Turchi permise a
Morosini di evitare ulteriori perdite a truppe ed equipaggiamenti e di poter
portare a Venezia i tesori delle chiese e gli archivi di una amministrazione
protattasi per 465 anni, di conservare alla Serenissima le basi di Suda , Grabusa e Spinalonga e i territori della Dalmazia da poco
acquisiti.
Francesco Morosini, assai contestato per le modalità della resa del
1669, venne rieletto Capitano generale nel 1683, quando per Venezia sembrava
essere giunto il momento della rivincita. Nello stesso anno polacchi ed
austriaci avevano respinto l'assalto turco a Vienna; questi assieme al Papa, in
un rinnovato spirito di crociata, invitarono Venezia ad unire le forze per
stroncare definitivamente il nemico comune. A Venezia prevalse subito il
partito favorevole alla guerra e alla coalizione antiturca si aggiunse anche la
Russia, potenza emergente, che tentava di aprirsi un accesso verso il Mar Nero.
In quattro anni Francesco Morosini riconquistò tutto ciò che
Venezia aveva perduto in Morea e nello Ionio: rinasceva nella Serenissima il mito dell'antica potenza mediterranea. Dopo un fallito attacco contro
Negroponte ed una grave epidemia che aveva decimato la flotta, Morosini decise
di ritirarsi in Morea : la sua popolarità è all'apice, tanto
che alla sua morte (1693) copriva la carica di Doge assieme a quella di
Capitano generale.