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Negli Ordini di Giacomo Foscarini si evidenziò la
centralità del problema dell'approvvigionamento annonario . In
questo senso, il governo intendeva ridurre la dipendenza economica dell'isola
da Venezia, irrobustendone piuttosto il legame di natura politica. Le riserve
di frumento risultavano indispensabili per sovvenire le popolazioni nel corso
delle ricorrenti carestie; il loro deposito rappresentava inoltre, la primaria
risorsa alimentare per i militari. Il rinnovamento non poteva passare solo
attraverso la ricerca di felici soluzioni urbanistiche: la politica annonaria
doveva costituire il canale privilegiato per affermare la superiorità
della giustizia veneziana, rappresentare un'opera di mediazione che avrebbe
potuto acquietare la prepotenza dei baroni e dei feudatari dell'isola, che nel
controllo delle risorse locali vedevano affermata la loro capacità di
dominio sulle popolazioni rurali e sancita la separatezza dal ceto dirigente
veneziano. Numerosissime furono le suppliche di locali che si succedettero per
tutto il periodo che va dagli Ordini alla guerra di Candia (1573-1645).
Le relazioni dei provveditori generali , da Marco Loredan a Benedetto
Moro, da Gerolamo Trevisan a Lorenzo Contarini, raccontano delle
difficoltà, forse dell'impossibilità, di una soluzione efficace a
questo proposito.
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